E’ possibile esercitare in modo distinto gli addominali alti e bassi?

La pretesa possibilità di differenziare gli esercizi per la porzione ‘alta’ e quella ‘bassa’ degli addominali è stata per molti anni una delle convinzioni più radicate, ancorchè falsa, nel campo dell’esercizio fisico. E ancora oggi molti istruttori prescrivono erroneamente esercizi mirati solo per
gli addominali alti o bassi.

Perché si è generato il mito


Probabilmente il tutto nasce dalla sensazione di indolenzimento, a livello dell’arcata costale, maggiormente avvertita il giorno dopo di una seduta di taluni tra gli esercizi genericamente indicati per gli addominali. Su base puramente empirica, gli esercizi capaci di procurare questa sensazione sono stati classificati come specifici per la parte ‘alta’, con inserzione sull’arcata costale.
Tutti gli altri, che non facevano avvertire questo indolenzimento, sono stati classificati come esercizi per la parte ‘bassa’, con inserzione sul pube. Questa suddivisione tra parti del muscolo e relativi esercizi è però solo una falsa credenza in quanto ciò non è fisiologicamente possibile.

Perché tale mito è falso
Noi dello Sports Team siamo pronti a dimostrarvelo:
Il fine di un muscolo è avvicinare i suoi estremi per generare il movimento desiderato. Le fibrille muscolari, che si accorciano in conseguenza dello stimolo che giunge dalle fibre nervose, sono posizionate in serie (le une concatenate in sequenza alle altre) e in parallelo (le une affiancate alle altre).
Com’è logico, nelle fibrille in serie la tensione di un elemento si trasmette a tutti gli elementi più prossimali (a monte) e a tutti quelli più distali (a valle).
Naturalmente non avrebbe senso che alcune fibrille (ad esempio quelle poste più in alto) si accorciassero e altre in serie (ad esempio quelle più in basso) non lo facessero, allungandosi. In questo caso l’accorciamento delle fibrille contratte non otterrebbe l’accorciamento dell’intero muscolo e ciò non sarebbe ottimale dal punto di vista funzionale ma, anzi, sarebbe uno spreco di energia per ottenere un risultato nullo o quantomeno scarso.
Nel caso del retto dell’ addome, dove i ventri muscolari sono caratteristicamente separati da tratti connettivali, le fibre nervose si ramificano proprio per portare lo stimolo contemporaneamente a tutti i tratti, sia quelli in alto che quelli in basso. In questo modo si ottiene una contrazione contemporanea e sinergica di tutti i ventri per avvicinare l’arcata costale al pube (punti di inserzione prossimale e distale del retto).
La contrazione perciò si deve obbligatoriamente distribuire lungo tutta la catena dei ventri muscolari ed è neuro – fisiologicamente impossibile far contrarre maggiormente una sola zona, alta o bassa che sia.
In conclusione, possiamo quindi dire che un esercizio per il retto dell’ addome, se è realmente tale, fa lavorare tutto il muscolo. Se un soggetto avverte il tipico indolenzimento a livello del tratto alto del retto dell’addome, presso l’inserzione sulle ultime cartilagini costali, ha realmente esercitato in maniera intensa, ed eccentrica, il retto dell’ addome. In caso non avverta questa sensazione ha probabilmente effettuato esercizi che hanno coinvolto in misura prevalente altri muscoli, quali lo psoas, o che non hanno avuto particolari caratteristiche di eccentricità.
Allo Sports Team teniamo molto a una corretta esecuzione e spiegazione degli esercizi; pertanto suggeriamo di tenere presenti questi preziosi consigli.

Prof. Vittorio Casellato