LE LESIONI DEL GINOCCHIO NELLO SCI ALPINO
L’evoluzione dei materiali negli ultimi anni ha portato ad un aumento delle lesioni traumatiche del ginocchio, nella pratica dello sci alpino.
Per l’ evoluzione dei materiali intendiamo soprattutto quella inerente i scarponi e sci.
Infatti l’ avvento dello scafo in plastica ha comportato una piu facile sollecitazione in torsione del ginocchio, sollecitazione indotta dalla maggior rigidità del materiale, “aggravata” dalla maggior altezza del gambale.
Lo sviluppo nel disegno dello sci, che ha portato la riduzione della loro lunghezza, a fronte di un aumento della sciancratura, ha comportato l’ aumento del pericolo di brusche sollecitazioni in torsione dell’ arto inferiore, molto pericolose per il ginocchio, la cui potenziale lesività è fortemente aggravata nel caso in cui lo sciatore sia in fase di arretramento.
Queste che abbiamo descritto sono le evenienze infauste che più frequentemente sono causa di lesioni legamentose del ginocchio. Tali lesioni corrispondono, in genere, alla rottura del legamento crociato anteriore isolata, o associata alla lesione del legamento collaterale, più frequentemente il mediale, e/o dei menischi. Non raramente il trauma può comportare anche una frattura del piatto tibiale.
La rottura del crociato anteriore, è una lesione traumatica che comporta l’ indicazione a una ricostruzione del legamento rotto.
L’ intervento, in genere, non presenta i caratteri di urgenza, urgenza che normalmente si impone qualora la rottura del crociato sia associata ad una rottura del collaterale esterno, o, qualora, il tutto faccia parte di una lesione plurilegamentosa.
Naturalmente i caratteri dell’ urgenza nel trattamento chirurgico dell’ effetto traumatico si impongono qualora sia presente una frattura del piatto tibiale.
Il crociato rotto va ricostruito con un innesto di tessuto autologo o omologo. In alcuni casi si può ricorrere a un legamento artificiale. Per tessuto autologo si intende un tessuto (tendine) del paziente, per tessuto omologo si intende un tendine da donatore.
Quanto descritto ora si riferisce alle lesioni isolate del crociato anteriore.
In questa occasione non riteniamo opportuno allargare la descrizione del trattamento nelle lesioni complesse, descrizione che risulterebbe difficilmente esplicativa e quindi comprensibile per i non addetti ai lavori.
Con le moderne tecniche chirurgiche messe appunto per la ricostruzione del crociato anteriore, non è più necessario ricorrere a immobilizzazioni post-chirurgiche, ma il paziente può iniziare subito la rieducazione funzionale. Potendo ritornare ala pratica sportiva dopo 5/6 mesi dall’ intervento.
Abbiamo detto che nel caso di rottura del crociato anteriore, al giorno d’ oggi, l’ indicazione è chirurgica, ma il tutto va logicamente filtrato dalla presa in considerazione dell’ età del paziente.
Dott. Alberto Agueci
Primario Ortopedia Ospedale Conegliano
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